
La calcificazione della spalla, che ne interessa l’articolazione o in particolar modo il tendine sovraspinato, è una patologia da non sottovalutare. Quali sono i sintomi? Quando è opportuno rivolgersi a un medico? E quali sono le terapie consigliate? Ne ha parlato il dottor Massimo Brignolo, responsabile del Centro della spalla della clinica Sedes Sapientiae di Torino, nell’intervista a TG4-rubrica medicina.
La calcificazione alla spalla cos’è e quali sono i sintomi?
La calcificazione è un accumulo di calcio che si dispone vicino alle articolazioni o nel contesto dei tendini, parlando di spalla, i tendini interessati sono quelli della cuffia dei rotatori, in particolare il tendine del sovraspinato.
I sintomi possono essere: dolore, limitazione del movimento e limitazione funzionale che può addirittura portare al blocco dell’articolazione.
Quali sono invece le cause?
Le cause di questa patologia non si conoscono nel dettaglio, ma se ne possono identificare alcune predisponenti quali cause metaboliche, vascolari, genetiche e posturali.
Quando bisogna preoccuparsi e rivolgersi a uno specialista?
Normalmente il paziente si rivolge al medico quando presenta dolore all’articolazione, quindi in quel momento è probabilmente inconsapevole di avere delle calcificazioni. Dopo essere stato sottoposto a un iter diagnostico-terapeutico in cui viene identificata la patologia, il paziente si dovrà rivolgere a un super specialista, nel caso in cui le cure conservative non siano state sufficienti.
Quali sono i trattamenti disponibili per curare questo tipo di problema?
La calcificazione della spalla si cura principalmente con un trattamento conservativo che può comprendere: infiltrazioni, farmaci, cure posturali e fisioterapia, onde d’urto e lavaggi.
Nel caso in cui questo tipo di cure non dovesse fare effetto, significa che la patologia interessa il tendine, il quale può essere sfilacciato o abitato da calcificazioni. Il paziente deve quindi rivolgersi a un super specialista che procederà con un intervento chirurgico in artroscopia: si effettuano piccole incisioni cutanee, in una delle quali si introduce una telecamera e con appositi strumenti vengono ripulite le calcificazioni, tuttavia se si è giunti a questo punto è perché normalmente è necessario riparare il tendine.
Questo tipo di intervento è risolutivo?
In questi casi non si parla mai di “risoluzione”, tuttavia lo scopo dell’intervento è portare alla restituzione dell’integrità anatomica e quindi anche della funzione del tendine e dell’articolazione nel paziente.