Artrosi al ginocchio: si cura solo con la protesi?


Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’intervento di protesi di ginocchio a seguito di artrosi avviene in media a 70 anni. Oltre due terzi sono persone di sesso femminile, ma la protesi non è la sola cura per l’artrosi.

Ne parliamo con il dottor Francesco Saccia, ortopedico della Clinica Sedes Sapientiae.

Artrosi: cos’è e come si cura

L’artrosi è una patologia cronica invalidante. Al suo esordio, l’artrosi può essere priva di sintomi ma, per la natura progressiva della malattia, nel tempo, possono comparire dolore all’articolazione colpita e limitazioni nel movimento. All’inizio, la cartilagine che ricopre le componenti ossee dell’articolazione tende ad assottigliarsi progressivamente, spesso in modo non uniforme, fino a scoprire l’osso sottostante e provocare quel doloroso attrito che impedisce il movimento del segmento di arto colpito. In generale, la popolazione femminile è più colpita di quella maschile da artrosi del ginocchio primaria, ovvero da artrosi non causata da traumi sportivi, ad esempio.

La cura dell’artrosi dipende da diversi fattori, e spesso l’impianto di una protesi non è l’unica opzione per risolvere il dolore e tornare a camminare. Tra i vari fattori che determinano la scelta del trattamento, c’è l’estensione dell’usura artrosica, il grado di deformità articolare causata dall’artrosi, e la deviazione congenita dell’asse delle gambe, ovvero la presenza di varismo o valgismo prima dell’artrosi. Le ginocchia valghe, per esempio, chiamate comunemente ginocchia a X, sono più comuni nel sesso femminile, mentre quelle vare, dette anche ginocchia del fantino, nei maschi.

Quali sono le alternative alla protesi di ginocchio?

La protesi totale di ginocchio, cioè l’intervento in cui le componenti tibiali e femorali dell’articolazione del ginocchio vengono entrambe sostituite da una protesi metallica, non è sempre la soluzione più adatta in caso di artrosi. Ad esempio, nell’artrosi non grave in presenza di deviazione dell’asse dell’arto inferiore che provoca usura in uno solo dei compartimenti del ginocchio, la cosiddetta artrosi monocompartimentale, l’alternativa può essere l’osteotomia tibiale o femorale del ginocchio. Si tratta di un intervento che ha lo scopo di correggere la deviazione dell’asse, ridurre il carico sul lato del ginocchio usurato e spostarlo sul compartimento sano del ginocchio; in questo modo, senza ricorrere ad alcuna protesi, il paziente risolve il dolore, migliora la capacità di movimento e, allo stesso tempo, rallenta l’avanzamento progressivo dell’artrosi. Inoltre, stimolando il consumo dell’articolazione in modo più uniforme, l’osteotomia può aiutare a prevenire il ricorso alla protesi totale. Tuttavia, l’osteotomia può essere una valida alternativa alla protesi anche nei casi di artrosi avanzata monocompartimentale, in cui le ginocchia presentino una deviazione “costituzionale”, cioè la loro deviazione sia pre-esistente allo sviluppo dell’artrosi.

Pertanto, sulla base della valutazione dell’ortopedico, e nei casi in cui è indicata, l’osteotomia può rappresentare un’alternativa efficace alla protesi di ginocchio, consentendo anche un rientro completo all’attività sportiva.