Adenoidi nei bambini: sintomi e terapie per tornare a respirare bene


L’ingrossamento delle adenoidi – insieme di tessuti linfatici posti a livello del rinofaringe al di dietro delle fosse nasali – chiamato ipertrofia adenoidea, può compromettere la qualità del sonno, l’udito e il benessere generale del bambino, rappresentando una delle cause più comuni di difficoltà respiratorie e russamento nei bambini dalla primissima età fino ai 9-10 anni.

Approfondiamo l’argomento con il dottor Fabio Arciello, otorinolaringoiatra esperto in ambito pediatrico presso la Clinica Sedes Sapientiae.

Cosa sono le adenoidi e perché si infiammano?

Le adenoidi sono piccole masse di tessuto linfatico situate nella parte posteriore del naso, proprio dietro il palato molle, in una zona chiamata rinofaringe. Insieme alle tonsille, rappresentano la prima linea di difesa dell’organismo contro virus e batteri che entrano attraverso naso e bocca. L’ingrossamento delle adenoidi è particolarmente comune nei bambini di età compresa tra i 2 e i 7 anni, talvolta anche fino ai 10 anni, periodo in cui le infezioni delle prime vie aeree sono più frequenti. Fattori come l’esposizione ad ambienti affollati (asili, scuole), allergie, reflusso gastroesofageo, familiarità possono contribuire a mantenere uno stato di infiammazione cronica che porta all’ipertrofia adenoidea.

Quali sono i sintomi dell’ingrossamento delle adenoidi nei bambini?

I sintomi che devono mettere in allarme i genitori sono molteplici e possono variare da bambino a bambino. Tra questi è importante prestare attenzione a:

  • respirazione a bocca aperta, sia di giorno che di notte
  • russamento e sonno agitato (può avere conseguenze importanti sullo sviluppo cognitivo e sulla crescita)
  • voce nasale o rinolalia chiusa (come se il bambino avesse sempre il raffreddore)
  • otiti ricorrenti otalgia frequente
  • sensazione di orecchie tappate riferita dal piccolo paziente
  • calo dell’udito sospetto (volume del televisore altro o frequente necessità di ripetere le parole al paziente).

Oltre al russamento, durante le ore notturne i bambini con ipertrofia adenoidea possono presentare episodi di apnea, sudorazione eccessiva, enuresi notturna (episodi di pipì a letto) e risvegli frequenti, che si traducono in stanchezza diurna, difficoltà di concentrazione a scuola e, in alcuni casi, iperattività. Quando i sintomi persistono per alcune settimane e non tendono a regredire, è fondamentale rivolgersi a un otorinolaringoiatra specializzato in età pediatrica. La visita rappresenta il momento chiave per valutare le dimensioni delle adenoidi e il loro impatto sulla qualità di vita del bambino.

Quali esami servono per la diagnosi di ipertrofia adenoidea?

La diagnosi di ipertrofia adenoidea si basa su un esame strumentale, chiamato rinoscopia posteriore, che viene eseguito con rinoscopio pediatrico, una speciale sonda dotata di telecamera e appositamente progettata per esplorare le strutture nasali dei più piccoli senza creare disagio o trauma. Durante l’esame, che dura pochi minuti ed è generalmente ben tollerato dai bambini, lo specialista introduce delicatamente il sottile strumento attraverso una narice per osservare direttamente le adenoidi. L’esame permette di valutare non solo le dimensioni dei tessuti, ma anche il loro aspetto e soprattutto quanto ostruiscono il passaggio dell’aria attraverso le aperture posteriori delle narici (coane) e quanto incidono sulla pervietà della tuba di Eustachio che conduce all’orecchio medio.

In genere, insieme alla rinoscopia viene effettuato anche l’esame audiometrico e/o impedenzometrico, particolarmente importante nei bambini che presentano otiti ricorrentio calo dell’udito. Le adenoidi ingrossate possono infatti interferire con la normale ventilazione dell’orecchio medio attraverso le tube di Eustachio, causando accumulo di muco all’interno dell’orecchio medio e conseguente riduzione dell’udito.

In alcuni casi, può essere utile valutare una visita allergologica per escludere un’allergia tra le cause di ipertrofia delle adenoidi.

Adenoidi: farmaci, rimedi e intervento chirurgico

Il percorso terapeutico per l’ipertrofia adenoidea segue sempre un approccio graduale, che privilegia inizialmente le terapie conservative prima di considerare l’opzione chirurgica. Il primo step terapeutico prevede l’utilizzo di spray nasali a base di corticosteroidi, farmaci che riducono l’infiammazione locale e possono determinare una riduzione significativa del volume adenoideo. il trattamento farmacologico può durare qualche mese, spesso associato a terapie specifiche per le allergie se presenti (antistaminici, immunoterapia desensibilizzante).

In tutti i casi, i lavaggi nasali con soluzione fisiologica, eseguiti secondo le indicazioni del medico, rappresentano un supporto importante per mantenere pulite le cavità nasali e rimuovere muco e allergeni. Si tratta di un rimedio semplice, che può aiutare a controllare i sintomi e ridurre il rischio di infezioni respiratorie e sovrainfezioni batteriche.

Quando le terapie conservative si rivelano insufficienti e i sintomi persistono, viene considerato l’intervento di adenoidectomia, cioè di rimozione delle adenoidi. L’adenoidectomia è uno degli interventi più frequenti in chirurgia pediatrica, viene eseguita in anestesia generale ma con modalità mininvasive. L’intervento dura generalmente 15-20 minuti e viene eseguito per via trans-orale, cioè attraverso la bocca, senza incisioni esterne. La decisione dell’intervento viene sempre presa in équipe, coinvolgendo non solo l’otorinolaringoiatra ma anche il pediatra di famiglia e, quando necessario, altri specialisti come l’allergologo o il pneumologo pediatrico. L’adenoidectomia è una procedura che può migliorare significativamente la qualità di vita del bambino, il suo sonno, le sue capacità cognitive e il suo sviluppo generale.

Cosa aspettarsi dopo l’intervento di adenoidectomia?

Nelle prime ore dopo l’intervento, il bambino può avvertire fastidio alla gola e al naso, sintomi che vengono efficacemente controllati con analgesici appropriati per l’età pediatrica. Dopo l’adenoidectomia il bambino può mangiare e bere normalmente fin dal giorno successivo all’intervento, preferibilmente con cibi freschi e morbidi i primi giorni, evitando alimenti troppo caldi, piccanti o di consistenza dura che potrebbero irritare le mucose ancora sensibili.

I benefici dell’intervento sono spesso evidenti già nei primi giorni, la respirazione nasale si normalizza progressivamente nell’arco di 1-2 settimane, mentre il miglioramento dell’udito, quando presente un deficit preoperatorio, può richiedere qualche settimana in più.

La guarigione definitiva avviene nell’arco di 1-2 settimane, durante le quali i lavaggi nasali con soluzione fisiologica sono particolarmente utili per mantenere pulite le cavità nasali e favorire la guarigione.

In genere, la ripresa della scuola avviene dopo 4-5 giorni dall’intervento, evitando per le prime due settimane attività fisiche intense.

Talora l’intervento di adenoidectomia può associarsi ad altre procedure chirurgiche, quali la tonsillectomia (quando il paziente presenti frequenti tonsilliti o qualora sia affetto da Sindrome da apnee ostruttive nel sonno, OSAS pediatrica) oppure la paracentesi timpanica (intervento per rimuovere il catarro accumulato a livello dell’orecchio medio attraverso un piccolissimo foro nei timpani eseguito in anestesia generale nel corso dell’intervento di adenoidectomia o adenotonsillectomia).

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