L’artrosi è una malattia caratterizzata da usura e invecchiamento delle articolazioni. Colpisce principalmente le articolazioni che sopportano il peso del corpo, come la colonna vertebrale, le anche e le ginocchia; meno frequentemente, può interessare anche le articolazioni delle mani e dei piedi.
Il tessuto cartilagineo che riveste le superfici ossee all’interno delle articolazioni si deteriora progressivamente, perdendo elasticità e diventando più rigido e vulnerabile ai danni. Inoltre, i tendini e i legamenti coinvolti possono infiammarsi, causando dolore. Nei casi più gravi, le ossa possono arrivare a sfregarsi l’una contro l’altra, provocando dolore, gonfiore e rigidità. Possono inoltre formarsi delle escrescenze ossee chiamate “osteofiti”, spesso visibili a livello delle mani.
Quali sono le cause dell’artrosi?
L’usura e l’invecchiamento delle cartilagini articolari, caratteristici dell’artrosi, possono essere causati dai seguenti fattori:
- sovrappeso e obesità: l’eccesso di peso danneggia le articolazioni di anche, ginocchia e piedi;
- artrite: gotta, pseudo gotta, artrite reumatoide ed altre forme di artrite che danneggiano le articolazioni e le rendono più vulnerabili all’usura;
- malattie circolatorie: condizioni che causano sanguinamenti o danni articolari (es. emofilia, osteonecrosi avascolare);
- fratture e lesioni articolari: traumi che danneggiano le articolazioni;
- sport: attività come il calcio che causano usura precoce delle cartilagini;
- attività lavorative: lavori che richiedono posizioni forzate o movimenti ripetitivi, come stare inginocchiati per lungo tempo o utilizzare frequentemente le mani;
- familiarità: predisposizione genetica alla malattia.
Quali sono i sintomi dell’artrosi?
L’artrosi tende a manifestarsi dopo i 50 anni, soprattutto in caso di donne in post-menopausa. I sintomi più comuni includono:
- dolore: solitamente di tipo meccanico, più intenso dopo l’esercizio e la sera o il carico sull’articolazione, e che si attenua con il riposo;
- rigidità: difficoltà a muovere l’articolazione, soprattutto al mattino o dopo un periodo di inattività;
- limitazione dei movimenti: difficoltà nell’utilizzo dell’articolazione interessata;
- rumori articolari: rumori percepibili all’inizio dei movimenti;
- deformazioni: particolarmente evidenti nelle articolazioni delle dita, con la formazione di noduli di Heberden (articolazioni distali, ovvero finali, delle dita) e noduli di Bouchard (articolazioni prossimali, ovvero iniziali, delle dita). Questi noduli provocano generalmente dolore e limitazione del movimento delle dita.
L’artrosi della colonna vertebrale può portare alla formazione di osteofiti, ovvero delle escrescenze ossee che protrudono dalle vertebre e irritano i nervi, causando dolore, formicolio e intorpidimento in diverse aree del corpo.
Talvolta, l’artrosi è asintomatica e rilevabile solo a seguito di una radiografia.
Come si diagnostica l’artrosi?
Per diagnosticare l’artrosi è necessaria una visita medica durante la quale viene esaminata l’articolazione per individuare eventuali deformità, dolore e limitazione dei movimenti. Poiché non esistono esami di laboratorio specifici per la diagnosi di artrosi, questa spesso avviene per esclusione.
Le indagini radiologiche sono fondamentali per confermare la diagnosi, in quanto permettono di rilevare:
- riduzione dello spazio articolare;
- alterazioni del profilo osseo;
- formazione di osteofiti;
- presenza di lesioni simil-cistiche delle articolazioni.
Questi segni sono tipici dell’artrosi e aiutano a distinguere la malattia da altre condizioni articolari.
Quali trattamenti seguire?
Non esiste un trattamento risolutivo per l’artrosi. Le terapie mirano principalmente a ridurre il dolore e migliorare la funzionalità articolare:
- terapia analgesica: somministrazione di antidolorifici per alleviare il dolore e migliorare la mobilità;
- infiltrazioni con acido ialuronico: iniezioni nelle articolazioni specifiche per migliorare la funzione articolare;
- corticosteroidi: utilizzati raramente per trattare l’infiammazione associata all’artrosi.
Nei casi più gravi, quando i trattamenti conservativi non sono efficaci, può essere necessario ricorrere a interventi ortopedici con il posizionamento di protesi articolari.