Cos’è l’angina pectoris?
L’angina pectoris è una condizione clinica caratterizzata da dolore toracico. Spesso associata a cardiopatia ischemica, si origina a seguito di ischemia, ovvero una temporanea riduzione del flusso sanguigno al cuore che provoca una carenza di ossigeno nel tessuto cardiaco, manifestandosi con dolore. A differenza dell’infarto acuto del miocardio, l’ischemia nell’angina pectoris è reversibile e non provoca danni permanenti al cuore.
Si distinguono tre forme principali di angina:
- Angina stabile o da sforzo: innescata da sforzo fisico, freddo o emozione, si manifesta durante l’attività fisica, soprattutto a basse temperature o sotto stress emotivo. È la forma più comune e più controllabile;
- Angina instabile: il dolore compare in modo imprevisto, anche a riposo o con sforzi fisici modesti. Può essere causata dall’ostruzione temporanea di una coronaria da parte di un coagulo (trombo) su una placca aterosclerotica. È la forma più pericolosa e deve essere trattata tempestivamente per evitare la progressione verso un infarto acuto del miocardio. Include l’angina variante o di Prinzmetal, causata da uno spasmo coronarico che restringe il vaso e riduce significativamente il flusso di sangue, causando ischemia e dolore toracico. Questa forma è rara e non solitamente associata ad aterosclerosi;
- Angina secondaria: include forme di ischemia cardiaca non dovute a restringimenti coronarici, ma ad altre patologie come ipertiroidismo, anemia grave, aritmie, insufficienza aortica e stenosi mitralica.
le cause dell’angina pectoris
L’angina pectoris è causata da una temporanea riduzione del flusso sanguigno al cuore, che priva il tessuto cardiaco dell’ossigeno necessario. Questa carenza si manifesta soprattutto durante attività fisica, intenso stress emotivo o esposizione al freddo, traducendosi in episodi di angina.
Il sangue raggiunge il cuore attraverso le arterie coronarie; perciò, una diminuzione del flusso può essere provocata da un restringimento significativo delle coronarie. Questo fenomeno si verifica più frequentemente in presenza di aterosclerosi coronarica, dove placche lipidiche o fibrose restringono progressivamente il lume delle arterie.
I fattori che contribuiscono allo sviluppo dell’aterosclerosi includono:
- ipertensione;
- fumo;
- diabete;
- obesità.
Raramente, il restringimento delle coronarie può avvenire per spasmo delle stesse, in assenza di concomitanti alterazioni aterosclerotiche delle pareti dei vasi.
I sintomi dell’angina pectoris
L’angina pectoris, come suggerisce il suo nome di origine latina, si manifesta principalmente con dolore toracico transitorio, che aumenta con lo sforzo e migliora con il riposo. Oltre a questo, si possono riscontrare altri sintomi:
- dolore che si irradia a spalle, braccia, gomiti, polsi, schiena, collo, gola e mandibola;
- dolore prolungato nella parte superiore dell’addome (epigastrio);
- sensazione di pesantezza, formicolio o indolenzimento al torace e agli arti superiori;
- mancanza di respiro (dispnea);
- sudorazione;
- affaticamento;
- svenimento;
- nausea e vomito.
Questi sintomi possono variare in intensità e durata da persona a persona.
La prevenzione dell’angina pectoris
La prevenzione dell’angina pectoris si basa sul tenere sotto controllo i principali fattori di rischio cardiovascolare per prevenire l’aterosclerosi coronarica. Oltre a misurare periodicamente la pressione sanguigna, alcune misure preventive includono:
- evitare la sedentarietà e praticare attività fisica moderata e regolare;
- eitare sforzi eccessivi e stress psicofisico se si sono avuti episodi di angina;
- mantenere un peso corporeo sano seguendo una dieta equilibrata, povera di grassi e ricca di frutta e verdura;
- evitare pasti abbondanti;
- non bere alcolici;
- non fumare.
I soggetti diabetici dovrebbero controllare adeguatamente la glicemia.
la diagnosi di angina pectoris
In caso di sospetto episodio di angina pectoris, è fondamentale rivolgersi tempestivamente al medico, che procederà con una serie di esami diagnostici, tra cui:
- Elettrocardiogramma (ECG): monitora l’attività elettrica del cuore per individuare anomalie indicative di ischemia miocardica. In particolare, è possibile ricorrere all’Holter, uno specifico ECG che monitora il paziente per 24 ore, registrando l’attività cardiaca nella vita quotidiana e nei momenti in cui il paziente riferisce sintomi. Un altra possibilità, è quella di eseguire un ECG sotto sforzo (test da sforzo), ovvero monitorare l’attività cardiaca mentre il paziente svolge esercizio fisico su tapis roulant o cyclette. Il test, che segue protocolli precisi, viene interrotto in caso di alterazioni dell’ECG, alla comparsi di sintomi o al raggiungimento della capacità massimale del paziente. Questo esame valuta la riserva funzionale del circolo coronarico;
- Ecocardiogramma color doppler: esame di imaging per la visualizzazione delle strutture del cuore e la valutazione del funzionamento. Utilizzando una sonda che emette ultrasuoni sul torace del paziente, l’ecocardiogramma fornisce immagini in tempo reale del miocardio, delle valvole e delle cavità cardiache. Il color doppler permette inoltre di studiare il flusso sanguigno nelle camere cardiache. Per ottenere maggiori informazioni e permettere una diagnosi esaustiva, può essere effettuato anche durante un test da sforzo o dopo la somministrazione di un farmaco che provoca ischemia (ECO-stress);
- Scintigrafia miocardica: questo esame è utilizzato per valutare l’ischemia da sforzo, soprattutto quando l’ECG da sforzo non fornisce risultati conclusivi. La procedura prevede la somministrazione endovenosa di un tracciante radioattivo, il cui segnale viene rilevato da una Gamma-camera. Il tracciante si accumula nel tessuto cardiaco solo se il flusso sanguigno è adeguato. Si confrontano le immagini acquisite a riposo e durante attività fisica (su cyclette o tapis roulant). La diminuzione del segnale durante lo sforzo indica un’ischemia. La scintigrafia permette anche di localizzare la sede e determinare l’estensione dell’ischemia. Se l’esercizio fisico è controindicato, si può ricorrere a farmaci che simulano lo sforzo;
- Risonanza Magnetica (RM): fornisce immagini dettagliate della struttura e della funzionalità del cuore senza l’uso di radiazioni. La RM cardiaca permette di valutare la funzionalità cardiaca, la morfologia delle strutture cardiache e identificare alterazioni del movimento di parete dovute a ischemia indotta farmacologicamente (RM cardiaca da stress).
- Tomografia Computerizzata (TC cuore): esame radiologico che utilizza mezzo di contrasto somministrato per via endovenosa e una apparecchiatura TC cardio-sincronizzata per valutare la presenza di placche aterosclerotiche e calcificazioni nei vasi coronarici. La TC moderna permette di ricostruire l’intera anatomia delle coronarie e di identificare eventuali restringimenti critici. La conferma diagnostica richiede spesso una coronarografia;
- Coronarografia o angiografia coronarica: procedura invasiva per la diagnosi e conferma di malattia aterosclerotica coronarica. Si esegue in sala sterile di emodinamica, con accesso arterioso per via percutanea (solitamente tramite arteria radiale o femorale). Viene iniettato mezzo di contrasto nelle coronarie per visualizzarle sotto guida radiologica. L’esame può includere valutazioni funzionali del flusso sanguigno e imaging intra-coronarico. In presenza di restringimenti critici, può essere seguito da angioplastica per dilatare l’arteria coronarica e risolvere il problema nell’immediato.
i trattamenti per l’angina pectoris
Il trattamento dell’angina mira a migliorare il flusso sanguigno coronarico e a ridurre i sintomi anginosi, oltre a prevenire infarti ed eventi trombotici.
In base al quadro clinico del paziente, il cardiologo potrebbe consigliare una della seguenti opzioni terapeutiche:
Trattamento farmacologico:
- Aspirina: questo farmaco ha un’azione antiaggregante antipiastrinica, prevenendo la formazione di trombi e riducendo il rischio di eventi ischemici o trombotici. Altri farmaci antipiastrinici, come ticlopidina, clopidogrel, prasugrel e ticagrelor, possono essere somministrati in alternativa o in combinazione con l’aspirina, a seconda delle condizioni cliniche del paziente;
- Nitrati (nitroglicerina): farmaci che favoriscono la vasodilatazione delle coronarie, aumentando il flusso di sangue verso il cuore. Vengono spesso somministrati al bisogno, per alleviare i sintomi anginosi durante l’attività fisica;
- Beta-bloccanti: questi farmaci rallentano il battito cardiaco e abbassano la pressione sanguigna, riducendo il lavoro del cuore e il suo fabbisogno di ossigeno, prevenendo lo squilibrio tra apporto e domanda di sangue al miocardio;
- Calcio-antagonisti: agiscono come vasodilatatori sulle coronarie, aumentando il flusso di sangue verso il cuore;
- Statine: appartenenti ai farmaci ipolipidemizzanti, le statine controllano il colesterolo, limitando la sua produzione e accumulo nelle pareti arteriose, rallentando così lo sviluppo o la progressione dell’aterosclerosi.
Procedure interventistiche:
- Bypass coronarico: intervento chirurgico condotto a torace aperto, utilizzando condotti vascolari (di origine arteriosa o venosa) per bypassare il punto di restringimento delle coronarie. L’intervento richiede anestesia generale e, spesso, il supporto della circolazione extra-corporea;
- Angioplastica coronarica percutanea: inserimento di un palloncino o di uno stent per dilatare le arterie coronarie ristrette. Si tratta di una procedura mini-invasiva.